Il minerale

terroso – barbabietola fresca

Parte 1 di 4

Critici e scrittori di vino usano spesso il termine “minerale”. Tuttavia sembra che si riferiscano a più attributi e fra di loro non c’è una grande identità di vedute.

In alcuni casi il termine minerale si riferisce a note olfattive, ed è quanto mai curioso perché gli unici minerali volatili sono i sassi che si lanciavano le bande nei libri per ragazzi, quando ancora si potevano trovare ciottoli per strada.
Alcune volte “minerale” viene inteso come l’odore dell’acqua calda che cade sulle pietre o sull’asfalto. Non sono le pietre che si sciolgono ma il sudiciume presente in esse, costituito da materiale organico, forse cere vegetali, decomposto dai batteri e dai funghi.

Il composto più percettibile fra di essi è la geosmina, letteralmente profumo di terra. Il termine esatto, in questo caso sarebbe “terroso” o “tenuemente terroso” oppure, volendo essere gentili, “barbabietola fresca”, vegetale in cui questo composto è presente in elevate quantità.
La geosmina può essere presente nel vino e percepibile come odore olfattivo e soprattutto retrolfattivo. Ha una soglia di percezione di circa 40ng nei vini bianchi, cioè circa un milione di volte più odorosa di un estere. All’origine del difetto ci sono gli attacchi fungini sui grappoli non sani o sul raspo, i quali si possono sviluppare in vigneto o in alcune situazioni di appassimento.

Quindi se il sentore “minerale” può essere ricondotto a “minerale sotto le piante bagnato da acqua calda” si suggerisce di evitare ambiguità e utilizzare “terroso”. In questo caso il termine non è positivo e certamente non varietale.
Per esperienza i sentori “terrosi” sono minoritari e credo che critici e narratori di vino si riferiscano prevalentemente ad altri composti.

TO BE CONTINUED.

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